Zuppa di Sasso

La fiaba popolare a cui è ispirato lo spettacolo, “La Minestra di sasso”, risale ad epoche in cui i giramondo nel loro vagabondare a piedi senza risorse, chiedevano ospitalità agli abitanti dei luoghi che incontravano sul loro percorso, conquistando la loro fiducia con qualche espediente. La storia narra appunto di uno di questi viandanti che raggiunge un villaggio e non trova ristoro per la paura e la diffidenza dei suoi abitanti. Solamente attraverso uno stratagemma riuscirà a saziarsi. Improvvisa quindi un fuoco nella piazza del paese e in tegame avuto in prestito, mette a bollire un sasso di fiume. La curiosità prende il sopravvento sulla diffidenza e ben presto tutti gli abitanti del posto desiderano aggiungere qualcosa all'ingrediente segreto che bolle in pentola. In questo spettacolo, i vari personaggi vengono interpretati da animali che simboleggiano differenti psicologie e attitudini: un vecchio lupo vagabondo, ormai non più cacciatore, galline, maiali, pecore, cavalli, asini, cani… i quali portano a turno vari ingredienti per la minestra e infine si ritrovano attorno ad un camino in un convivio festoso. Così gli abitanti del luogo grazie al viandante sconosciuto, riscoprono i sentimenti di unione, amicizia, felicità e leggerezza che avevano dimenticato. La diffidenza verso gli altri, il sospetto, la paura lasciano il posto all’apertura degli animi, a sentimenti veri attraverso un gioco d’illusione.

Produzione
Tanti Cosi Progetti
Regia Danilo Conti, Antonelle Piroli

con Danilo Conti
scenografia, oggetti di scena Massimiliano Fabbri, Scuola Arti e Mestieri di Cotignola